Disturbi trattati
Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare associa a delle fasi depressive delle fasi che, invece, sono definite “ipomaniacali” o “maniacali”. È un disturbo dell’umore caratterizzato da anomali cambiamenti dell’umore, dell’energia e del livello di attività. Si caratterizza per la presenza di profondi e prolungati periodi di depressione alternati da periodi di umore eccessivamente elevato o irritabile chiamato mania. Il passaggio tra queste due fasi può essere relativamente lungo, oppure può essere repentino. Un episodio maniacale è caratterizzato da iperattività, aumentata autostima, ridotto bisogno di dormire, difficoltà a concentrarsi, umore espanso, senso di grandiosità, logorrea o incapacità a seguire il flusso dei propri pensieri, distraibilità elevata, spese folli, investimenti rischiosi, attività sessuali a rischio. Entrambe le fasi possono infatti essere molto pericolose, nelle fasi depressive il pericolo maggiore si associa ai comportamenti suicidari. Nelle fasi maniacali, dove il tono dell’umore porta spesso al rifiuto delle terapie, il paziente bipolare può mettere in atto comportamenti rischiosi (ad es. andare forte in auto, abusare di sostanze, avere comportamenti sessuali disinibiti), a mettere in pericolo la propria condizione economica (ad es. spese eccessive). Spesso, inoltre, il paziente in eccitamento maniacale non riconosce il bisogno di cure e può interrompere la terapia farmacologica, favorendo così una più repentina alterazione dell’umore.
Disturbo da stress post – traumatico
Il Disturbo da stress post-traumatico è una patologia che può svilupparsi in persone che hanno subìto o hanno assistito a un evento traumatico, catastrofico o violento, oppure che sono venute a conoscenza di un’esperienza traumatica accaduta a una persona cara. A tutti noi può capitare di vivere esperienze soverchianti, spaventose e percepite come al di fuori del nostro controllo, come essere coinvolti in un incidente stradale o subire un’aggressione. I sintomi del Disturbo Post Traumatico da Stress più frequenti sono: ricorrenti, involontari ricordi spiacevoli dell’evento traumatico; ricorrenti sogni spiacevoli in cui il contenuto e/o le emozioni del sogno sono collegati all’evento traumatico; flashback in cui il soggetto sente o agisce come se l’evento traumatico si stesse ripresentando, ipervigilanza e forti risposte di allarme; problemi di concentrazione; difficoltà relative al sonno; marcate reazioni fisiologiche a fattori scatenanti interni o esterni che all’evento traumatico. A tutto ciò si associano forme di evitamento di ogni cosa, luogo o persona, ma anche suono, che possa ricordare o riattivare il ricordo traumatico associato ad un persistente stato emotivo negativo (per es. paura, orrore, rabbia, colpa o vergogna).
Disturbi del comportamento alimentare
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza. I comportamenti tipici di un disturbo dell’alimentazione sono: la diminuzione dell’introito di cibo, il digiuno, le crisi bulimiche (ingerire una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo), il vomito per controllare il peso, l’uso di anoressizzanti, lassativi o diuretici allo scopo di controllare il peso, un’intensa attività fisica. Soffrire di un disturbo dell’alimentazione sconvolge la vita e limita le capacità relazionali, lavorative e sociali. Tutto ruota attorno al cibo e alla paura di ingrassare. Cose che prima sembravano banali ora diventano difficili e motivo di ansia, come andare in pizzeria o al ristorante con gli amici, partecipare ad un compleanno o ad un matrimonio. Spesso i pensieri sul cibo assillano anche quando non si è a tavola, ad esempio a scuola o sul lavoro; terminare un compito può diventare molto difficile perché nella testa sembra che ci sia posto solo per i pensieri su cosa si “deve” mangiare, sulla paura di ingrassare o di avere una crisi bulimica. Scopri di più su come la terapia cognitivo comportamentale possa essere utile per questa tipologia di disturbi cliccando qui.
Insonnia e altri disturbi del sonno
Il sonno normale dipende da due circuiti neurali distinti ma sovrapposti. Il circuito omeostatico induce un incremento della spinta al sonno dopo ciascuna ora di veglia e il ritmo circadiano, regola la vigilanza durante il giorno e il sonno durante la notte in risposta all’intensità della luce che funge da potente cronometro esterno. L’insonnia può essere un disturbo cronico terribile, non dormire, infatti, è in grado di sconvolgere la nostra giornata, facendoci vivere in uno stato di realtà quasi alterato. Le cose possono apparirci immateriali, non reali. La deprivazione del sonno è, pertanto, un disturbo molto serio e consiste nella difficoltà ad addormentarsi o a rimanere addormentati. Questo disturbo se cronico può portare ad ansia una volta messi a letto, ossessioni e pensieri intrusivi, uno stato di agitazione interiore che produce un pensiero tipico ed ossessivo dell’insonne: “riuscirò a dormire? Quando mi addormento? Che ore sono? Quante ore di sonno mi rimangono?”. La terapia cognitivo comportamentale è la terapia d’elezione per i disturbi del sonno.
Senso di vuoto profondo, problemi relazionali e di coppia
Nel corso dell’adolescenza ma anche più avanti nel corso della propria vita sarà capitato di avvertire un senso di vuoto profondo, un incapacità relazionale profonda, una difficoltà a comunicare, esprimersi, a buttare fuori o comprendere ciò che siamo in grado soltanto di esprimere con poche parole, con le lacrime o con una sensazione del corpo. Queste situazioni possono cronicizzarsi nel tempo, e le situazioni in cui ciò si verifica possono essere all’inizio una sola, ma poi possono espandersi fino a racchiuderle tutte insieme. Ecco che così può capitare di sentirsi incompresi, non voluti, non amati, con forti sensi di vuoto, rivalsa, rabbia, a lavoro, con gli amici, con il proprio partner, nella propria coppia, con i propri genitori. Queste difficoltà relazionali spesso possono nascondere molteplici cause che risiedono nella nostra storia di vita, nel nostro modo di affrontare le situazioni difficili ma anche nel nostro rapporto con le figure genitoriali che abbiamo interiorizzato. La terapia cognitivo comportamentale può aiutarti a comprendere, a modificare ed a rendere più flessibili le tue modalità di relazione, il tuo mondo interiore, al fine di diminuire la sofferenza emotiva che provi.
Dislessia
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono disturbi del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione. La dislessia è un disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo. I DSA non sono una malattia in quanto non sono dovuti ad un danno organico, ma un diverso neuro funzionamento del cervello, che non impedisce la realizzazione della specifica abilità (lettura, scrittura, numerazione o altro) ma necessita di tempi più lunghi e carichi maggiori di attenzione. Questo diverso neuro funzionamento è innato e non è transitorio: accompagna l’individuo per tutta la vita. Quindi non si “guarisce” dai Disturbi Specifici dell’Apprendimento ma le difficoltà che li accompagnano possono essere compensate con il tempo e con una buona attività di potenziamento/riabilitativa. Scopri come posso aiutarti.
Neuro-covid
Le cure per il Long Covid – 19 sono ancora in fase di sviluppo dal punto di vista farmacologico, ma dal punto di vista cognitivo – riabilitativo le cose stanno molto diversamente. Cosa sappiamo? Il COVID-19 ha effetti diretti sul sistema nervoso, con conseguenti sintomi neurologici e deficit cognitivi che richiedono nuovi interventi riabilitativi. Un training di potenziamento cognitivo e l’utilizzo di tecniche per la stimolazione cerebrale sono strumenti utili nell’ambito della neuro immunomodulazione. È possibile sfruttare protocolli di neuro modulazione per il potenziamento della risposta immunitaria, sulla base della lateralizzazione emisferica del sistema immunitario. Test digitali e Serious Games rappresentano una grande opportunità per l’utilizzo di una terapia digitale applicata alle conseguenze sempre più diffuse da COVID-19, cui la sanità si troverà a rispondere nei prossimi mesi. Scopri di più.
Demenze (Alzheimer)
La demenza è una condizione neurologica caratterizzata da un declino di molteplici funzioni cognitive, tra le quali la memoria (a breve e a lungo termine) e almeno una tra pensiero astratto, capacità critica, linguaggio, orientamento spazio-temporale, di grado tale da rendere il paziente non autonomo nelle attività quotidiane, con conservazione dello stato di coscienza vigile. Può essere, dunque, necessario un intervento immediato sull’orientamento spazio – temporale e poi uno sull’attenzione, oppure attuare un intervento primario sul linguaggio e poi sulla memoria. Ogni paziente è diverso da un altro ed ecco perché il trattamento, quindi, è sempre personalizzato e cucito addosso la persona. Bisogna certamente distinguere un deterioramento delle funzioni cognitive dovute ad un naturale invecchiamento rispetto a quello causato dalla presenza di una demenza. Per questo motivo, propongo sempre una prima valutazione clinica approfondita. Scopri il mio protocollo.