Cura e trattamento degli Attacchi di Panico
Sintomi attacchi di panico
L’ansia quando patologica, si configura come un vero e proprio stile di vita, per cui molte volte ti sarà capitato di renderti conto di avere una costante tendenza alla preoccupazione, all’ipercontrollo e all’ipervigilanza. Purtroppo, così non si fa altro che rafforzare l’idea che davvero c’è qualcosa di cui preoccuparsi, da tenere sotto controllo a tutti i costi, e per cui bisogna essere attenti, vigili e all’erta. L’ansia può, quindi, sfociare in molte forme, quali l’ipocondria, gli attacchi di panico con o senza agorafobia, o forme d’ansia generalizzata. La terapia cognitivo comportamentale è la terapia d’elezione per questi disturbi, i cui pensieri principali sono “Potrei morire. Sto per impazzire. Ma che mi sta succedendo? Oddio. Che cos’ho adesso?”.
13 sintomi dell’attacco di panico
così come indicati dal DSM5, sono:
- Palpitazioni, battito cardiaco accelerato o battito cardiaco accelerato.
- Sudorazione.
- Tremore o agitazione.
- Sensazioni di mancanza di respiro o soffocamento.
- Sentimenti di soffocamento.
- Dolore o fastidio al petto.
- Nausea o disturbi addominali.
- Sensazione di vertigini, instabilità, stordimento o svenimento.
- Brividi o sensazioni di calore.
- Parestesie (sensazioni di intorpidimento o formicolio).
- Derealizzazione (sentimenti di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi).
- Paura di perdere il controllo o di “impazzire”.
- Paura di morire.
Tratto dal DSM-5 (vedi qui)
Cosa sono gli attacchi di panico?
Gli attacchi di panico si manifestano con un’improvvisa e intensa paura in assenza di un reale pericolo, accompagnata da sintomi somatici, dovuti all’attivazione del sistema simpatico, e cognitivi (paura di impazzire, di perdere il controllo, paura di morire). Generalmente raggiungono rapidamente l’apice e sono di breve durata (di solito 10 minuti o meno). Infatti chiunque abbia vissuto uno o più attacchi di panico, li descrive come un’esperienza terribile, che si presenta in maniera spesso improvvisa ed inaspettata, soprattutto la prima volta. Dato il terrore provato, è facile immaginare come la paura di una nuova crisi di panico diventi elevata e dominante. Un attacco di panico, dunque, può sfociare in un vero e proprio disturbo di panico, in quanto nel soggetto si instaura la cosiddetta “paura della paura”e un rigido circolo vizioso che lo porta a evitare quei luoghi o quelle situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto nel caso di un attacco di panico inaspettato (insorge così la cosiddetta “agorafobia“). In questo modo si evitano i viaggi nei mezzi pubblici, la guida dell’auto, lo stare in mezzo a una folla o situazioni simili. L’evitamento delle situazioni ansiogene guida il comportamento del paziente con attacchi di panico.Tratto da: https://www.stateofmind.it/attacchi-di-panico/
Bias cognitivi degli attacchi di panico
- Sensibilità all’ansia
- Effetto di coerenza con l’emozione
- Attenzione selettiva
- Emozione come informazione
- Comportamenti protettivi
- Evitamenti
I principali bias in cui incorre un paziente con DAP sono proprio l’effetto di coerenza con l’emozione (affect as information in letteratura scientifica, vedi qui) e l’effetto di emozione come informazione. L’effetto di coerenza con l’emozione consiste nel far combaciare pensieri e credenze con l’emozione attivata. Se, pertanto, stiamo provando una forte ansia avremo accesso solo a memorie ansiogene (effetto di coerenza) che finiranno per confermarci la presenza di un pericolo o una minaccia reale (emozione come informazione).
Cura degli attacchi di panico
Le linee guida internazionali (NICE National Institute for Health and Clinical Excelence, 2011) indicano la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale il trattamento più efficace per la cura degli attacchi di panico. Vi sono varie fasi all’interno del protocollo terapeutico:
- Scardinare il meccanismo di attenzione selettiva verso le proprie sensazioni corporee
- Saper identificare con il metodo ABC i propri pensieri, il proprio dialogo interno e le emozioni derivate
- Innescare il sano meccanismo di messa in discussione dei propri pensieri
- Sostituzione dei pensieri automatici disfunzionali e delle credenze catastrofiche
- Imparare tecniche di rilassamento e di esposizione comportamentale
- Disinnescare il meccanismo di evitamento delle situazioni potenzialmente ansiogene.
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