Depressione: che cos’è?
<< Come se il mondo fosse tutto nero >>
Sintomi della depressione
La depressione è un disturbo dell’umore caratterizzato da sintomi come perdita di interesse verso le normali attività, pensieri negativi e pessimistici. Ad esempio, una persona depressa potrebbe pensare: “Sono un fallito. Tutto è colpa mia. Non sono degno di essere amato. Il mondo non ha nulla di buono per me. La vita non è degna di essere vissuta. Gli altri mi feriranno sempre. Il futuro per me è nero”. Il mondo della depressione è un mondo completamente, o quasi del tutto, grigio e nero. A questi pensieri terribili si associano emozioni forti di vuoto, colpa, tristezza profonda. Molte volte a causa di questi pensieri, dunque, può essere molto difficile dormire o mangiare, ma allo stesso tempo, può verificarsi che si scelga di fare l’opposto; per alleviare la propria sofferenza emotiva, allora, si sceglie di mangiare di più o di dormire più a lungo possibile per non sentire quei cronici sensi di colpa, tristezza o vuoto interiore. La depressione è uno dei disturbi per cui la psicoterapia cognitivo comportamentale è molto efficace ed ha un buon tasso di riuscita nel trattamento (vedi qui). Essa è caratterizzata da un cambiamento nel modo di pensare, di sentire e di agire da parte della persona che ne è afflitta. Anche se questo cambiamento può avvenire in modo lento, la persona depressa non è più la stessa di prima. Ad esempio, uno studente brillante potrebbe arrivare a convincersi di non essere in grado di terminare i suoi studi. Inoltre, la persona depressa anziché cercare cose piacevoli, finisce per evitarle. Anziché avere cura di sé, finisce per trascurare il suo aspetto. L’istinto di sopravvivenza può lasciare il posto al desiderio di porre fine alla propria vita.
I sintomi della depressione sono:
- umore depresso o tristezza per la maggior parte del giorno;
- ridotta capacità di trarre piacere dalle attività che in passato procuravano gioia e soddisfazione;
- senso di fatica e sensazione di non farcela nelle attività quotidiane;
- sensi di colpa, autocritica, autosvalutazione e sensazione di essere un fallito;
- mancanza di speranza e pianto;
- pensieri negativi e idee di morte;
- irritabilità;
- difficoltà a prestare attenzione, a concentrarsi e a prendere decisioni;
- sonnolenza e aumento della durata del sonno;
- risvegli notturni angosciosi, con difficoltà a riprendere sonno;
- inappetenza o, in rari casi, aumento dell’assunzione di cibo;
- ridotto desiderio sessuale.
Non è necessario presentare tutti questi sintomi per ricevere una diagnosi di depressione maggiore. La sintomatologia tipicamente è più intensa al mattino e migliora nel corso della giornata, ma vi sono delle eccezioni.
La depressione può manifestarsi con diversi livelli di gravità. Alcune persone presentano sintomi depressivi di bassa intensità, legati ad alcuni momenti di vita, mentre altre si sentono così depresse da non riuscire a svolgere le normali attività quotidiane. Le forme gravi sono caratterizzate da un numero più elevato di sintomi, una maggiore intensità e durata nel tempo della sintomatologia ed una maggiore compromissione delle attività quotidiane. Si tratta di uno dei disturbi psicologici più diffusi nella popolazione e può colpire chiunque, indipendentemente dall’età, dal sesso, dal livello culturale e dallo status socioeconomico. Dagli studi scientifici emerge che si manifesta maggiormente nelle donne rispetto agli uomini: compare nel 25% delle donne e nel 12% degli uomini. Questa differenza sembra essere dovuta al fatto che le donne, rispetto agli uomini, hanno più frequentemente sentimenti di tristezza, sono più autocritiche e vengono maggiormente educate ad essere dipendenti. Gli uomini, invece, sembrano reagire ai vissuti depressivi soprattutto con comportamenti disfunzionali quali, ad esempio, l’uso di alcol e di droghe. Chi ha avuto un episodio di depressione, rispetto a chi non l’ha mai sperimentato, ha maggiori probabilità di presentare altri episodi depressivi nel corso della sua vita.
Come capire se si è effettivamente depressi
Sentire la depressione equivale a percepire il mondo attraverso una lente scura che lo rende più oscuro e difficile da affrontare. Anche compiti apparentemente semplici come alzarsi dal letto o fare una doccia possono sembrare estremamente impegnativi per chi è depresso. Spesso, le persone affette da depressione hanno la sensazione che gli altri non possano veramente comprendere il loro stato d’animo e che l’ottimismo altrui sia fuori luogo. Sul fronte emotivo, chi è depresso sperimenta tipicamente sentimenti di tristezza profonda, ansia, disperazione, colpa, vuoto, perdita di interesse nelle attività che un tempo risultavano piacevoli, irritabilità e un senso di mancanza di speranza per il futuro. I sintomi comportamentali associati alla depressione comprendono una ridotta partecipazione alle attività quotidiane, difficoltà nella presa di decisioni e nella risoluzione dei problemi, isolamento sociale, comportamenti passivi, ridotta attività sessuale e talvolta pensieri suicidi. Dal punto di vista cognitivo, le persone affette da depressione solitamente presentano schemi di pensiero disadattivi, aspettative irrealistiche e pensieri automatici negativi. Questi schemi di pensiero rigidi possono includere regole assolute e intransigenti (assunzioni disadattive) e aspettative eccessivamente elevate per sé stessi e gli altri. Inoltre, chi soffre di depressione tende a concentrarsi sugli aspetti negativi di sé, del mondo e del futuro, enfatizzando le loro debolezze e minimizzando i propri successi o qualità. In sintesi, la depressione è un disturbo complesso che coinvolge una vasta gamma di sintomi fisici, emotivi, comportamentali e cognitivi, e può variare notevolmente in gravità da persona a persona. Essa colpisce individui di ogni età, sesso, livello culturale ed estrazione sociale, ed è più comune nelle donne rispetto agli uomini. La tendenza alla depressione può persistere nel tempo, rendendo coloro che hanno avuto un episodio depressivo in passato più suscettibili a futuri episodi depressivi.
È normale attraversare momenti di tristezza o fluttuazioni dell’umore occasionali nella vita di ognuno. Questi stati emotivi leggeri non richiedono necessariamente un intervento terapeutico. In effetti, la tristezza può essere una risposta naturale e utile alle sfide e ai cambiamenti nella vita di una persona. Può spingere a riflettere sul motivo della tristezza e a cercare soluzioni per affrontare i problemi. La depressione, d’altra parte, richiede un trattamento quando i suoi sintomi sono più intensi, causano notevole sofferenza, non sono giustificati da eventi come un lutto o una separazione e persistono per un lungo periodo (oltre 6 mesi). Nella depressione clinica, ci sono spesso sintomi come l’autocritica, sensi di colpa, disperazione, mancanza di speranza per il futuro, eccessivo pessimismo e persino pensieri di morte. Questa forma di depressione è molto più grave e duratura rispetto a momenti di tristezza occasionale.
Inoltre, è importante considerare le cause della depressione per determinare se sia clinica o legata a eventi specifici. È naturale sentirsi tristi, privi di energia o disinteressati al mondo esterno dopo una perdita significativa, come una separazione o un lutto. Questi sentimenti possono essere una reazione normale e temporanea. Tuttavia, se persistono per un periodo prolungato, come da 6 a 12 mesi (lutto complicato), potrebbe essere necessario un trattamento clinico. È importante notare che i sintomi depressivi possono anche verificarsi in altre condizioni psicologiche o essere associati a problemi di salute fisica o all’uso di sostanze come droghe, alcol o farmaci. Pertanto, per una diagnosi accurata e un trattamento adeguato, è fondamentale consultare un professionista qualificato. La depressione deve essere distinta da altre condizioni, come il disturbo bipolare, il disturbo schizoaffettivo, la schizofrenia o le condizioni mediche generali che possono causare sintomi simili.
Cosa mantiene la depressione
Ci sono, inoltre, alcuni comportamenti tipici delle persone depresse che favoriscono lo sviluppo di circoli viziosi e che, dunque, mantengono nel tempo l’umore depresso. Questi comportamenti, riducendo la produttività lavorativa, il contatto con nuove esperienze e le attività ricreative, riducono anche la probabilità di provare emozioni piacevoli e di modificare le idee negative su se stessi, sul mondo e sul futuro. Alcune persone depresse, ad esempio, sperimentando molta fatica nell’affrontare le incombenze quotidiane (es. pagare le bollette, chiamare l’idraulico, far revisionare l’automobile), iniziano a rimandarle; in questo modo iniziano a sentirsi maggiormente incapaci e fallite. Questo evitamento mantiene la depressione in quanto non permette alla persona né di sperimentare brevi stati mentali positivi (es. un leggero senso di efficacia personale), né di verificare che, nella realtà, non è così incapace come pensa di essere. Spesso accade anche che le persone depresse, provando apatia e disinteresse per quasi tutto, smettano di uscire, evitino il contatto con le altre persone e trascorrano molto tempo libero in attività passive come guardare la televisione e stare a letto, rimuginando sui propri problemi ed assillando amici e conoscenti riguardo ad essi. Anche tali comportamenti mantengono la depressione in quanto impediscono alla persona di vivere esperienze gratificanti. Un ulteriore esempio dei modi in cui la depressione si mantiene è dato da coloro che, non riconoscendo i propri successi e non gratificandosi per essi, perpetuano l’insoddisfazione verso di sé.
Riassumendo, le componenti psicologiche principali che caratterizzano e mantengono la depressione sono:
- Ruminazione mentale: è il continuo e ripetitivo interrogarsi sulle cause e sulle conseguenze del propri problemi e delle proprie difficoltà (es. perché capita proprio a me? Perché sono fatto cosi? Perché sto cosi male? Cosa faccio di sbagliato? Cosa non va in me?) Gli studi hanno dimostrato che la ruminazione svolge un ruolo di primaria importanza nel mantenimento della depressione poiché impedisce di guardare al futuro e di sviluppare strategie per affrontare i problemi e le difficoltà. Infine sembra che la ruminazione associata al perfezionismo si riveli ancor più dannosa
- Ritiro: è la riduzione o l’evitamento dei contatti sociali, delle normali attività quotidiane e dei compiti. Si basa sull’idea di non esserne capaci, che sia troppo complicato o faticoso o che non porterà nessun beneficio. Questa tendenza all’evitamento/isolamento contribuisce a mantenere l’umore depresso perché non permette alla persona di sperimentare brevi stati mentali positivi (es. un leggero senso di efficacia personale), ne di constatare che in realtà non è cosi incapace come crede di essere, o di vivere esperienze piacevoli e gratificanti (es. uscire a fare una passeggiata o a prendere un caffe con un amico).
- Autovalutazione negativa: è la tendenza a denigrarsi e a valutarsi negativamente come inutile, inadeguato, indegno o sfortunato anche di fronte a piccoli errori o difficoltà che appartengono alla viti di tutti i giorni. Es.: “Non valgo nulla!”, “Non sono capace a fare niente!”, “Tutti mi considerano un perdente”.
- Negativismo: è la tendenza a fare previsioni negative sul mondo e sul futuro, a sminuirsi costantemente e a mantenere l’attenzione solo sugli aspetti che mancano per essere felici o soddisfatti. Es.: “ Ci sarebbe riuscito chiunque!”, “Non c’è nulla che vada bene”, “Sicuramente penseranno che sono antipatico”.
- Ingigantimento delle difficoltà e delle responsabilità.
Il ruolo della meta cognizione nella depressione
Prima di approfondire cosa sia la meta-cognizione nei disturbi depressivi, è bene spendere qualche parola per spiegare cosa sia “la meta-cognizione”. Qui entriamo in un campo di studio abbastanza tecnico, motivo per il quale – non preoccupatevi! – verrà semplificato molto il tutto ed accompagnato da esempi. La meta – cognizione è il nostro pensiero stesso sulla nostra stessa mente. Più nello specifico su come essa funzioni, sull’utilità dei suoi prodotti (pensieri ed emozioni) e sulle sue funzioni (attenzione e memoria). Immaginate la mente come un orchestra. Pensieri ed emozioni possono essere considerati come la musica espressa da tutta l’orchestra. I suonatori possono essere i nostri schemi, le nostre credenze principali sul mondo, su di noi, e sul futuro. Le meta credenze, invece, sono la partitura ed il direttore d’orchestra.
Esempio
Se questo esempio vi ha confuso ancora di più le idee, non preoccupatevi, eccone un altro. Immaginate una persona con un disturbo d’attacchi di panico. Solitamente i pazienti che soffrono d’attacchi di panico, sono intrappolati in quello che viene definito “il circolo vizioso dell’ansia”. Altro non è se non un circolo vizioso di pensieri automatici e meta-cognizioni sull’ansia e le credenze che lo mantengono. I pazienti con disturbo d’attacchi di panico possiedono delle meta-credenze estremamente positive su quanto sia utile, ad esempio, tentare di controllare tutto per prevenire un possibile problema. Magari, penseranno qualcosa come: “Se continuo a pensare a tutto, non mi potrà succedere nulla di brutto”. Ed è proprio questo pensiero qui a mantenere tutto il circolo vizioso. Allo stesso modo nella depressione molti pazienti di fronte ad una avversità cronicizzano il proprio stato doloroso attivando una meta – cognizione come: “Me lo merito di stare male, d’altro canto nessuno può volermi bene davvero, non me lo merito”. Allo stesso modo, quindi, uno stato doloroso che potrebbe durare un giorno o due, viene allungato potenzialmente all’infinito fino a cronicizzarsi.
Cura e trattamento della depressione
Linee guida e terapia consigliata – Trattamento della depressione
Le linee guida NICE (National Institute for Health and Care Excellence) per il trattamento della depressione includono la sola psicoterapia cognitivo comportamentale per il trattamento della depressione. Nel mio centro per la cura della depressione a Trapani, mi occupo di trattamenti ad alta e media intensità su questa patologia, monitorando il rischio di suicidio con cautela e collaborando con altri professionisti della salute mentale (psichiatri ed operatori del settore) per il trattamento farmacologico – qualora necessario – e domiciliare. In ogni caso, gli interventi psicoterapeutici risultano essere più efficaci del “non curarsi”, questo sottolinea come sia necessario, per chi soffre di depressione, rivolgersi in modo tempestivo ad uno psicoterapeuta esperto.
Negli ultimi anni, sono stati sviluppati diversi trattamenti per affrontare la depressione. Attualmente, le opzioni terapeutiche più efficaci includono il trattamento farmacologico, la terapia interpersonale e la terapia cognitivo-comportamentale. Tuttavia, non esiste una terapia unica che sia migliore per tutti, e la scelta del trattamento può dipendere dalle esigenze individuali e cliniche di ciascun individuo. Il trattamento farmacologico, come il Prozac, il Paxil, lo Zoloft e altri, è spesso utilizzato per affrontare la depressione, soprattutto nei casi gravi. Questi farmaci agiscono sull’inibizione della ricaptazione della serotonina e richiedono di solito alcune settimane per iniziare a fare effetto. È importante notare che solo un medico, preferibilmente uno psichiatra, può prescrivere farmaci per la depressione. La terapia interpersonale (IPT) è una forma di psicoterapia breve che si concentra sui sintomi attuali del paziente, sugli eventi della sua vita e sulle relazioni interpersonali. È particolarmente efficace nella gestione della depressione e può richiedere da 12 a 16 sedute per ottenere risultati significativi. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è un’altra forma di psicoterapia altamente efficace per la depressione. Questa terapia si basa sull’idea che i pensieri negativi su se stessi, sul mondo e sul futuro svolgano un ruolo cruciale nell’insorgenza e nel mantenimento della depressione. Pertanto, la CBT mira a identificare e modificare questi schemi di pensiero negativo attraverso specifiche tecniche. Un approccio chiave nella CBT è aiutare il paziente a identificare e cambiare i pensieri e le convinzioni negative che ha su se stesso e sul mondo. Questo processo di modifica cognitiva può portare a miglioramenti dell’umore e alla riduzione dei sintomi depressivi. Inoltre, la CBT incoraggia i pazienti a intraprendere gradualmente comportamenti attivi e a rompere il ciclo di inattività e isolamento sociale che spesso accompagna la depressione. In sintesi, esistono diverse opzioni di trattamento per la depressione, tra cui farmaci, terapia interpersonale e terapia cognitivo-comportamentale. La scelta del trattamento dipende dalle esigenze e dalle preferenze individuali, e in alcuni casi, una combinazione di trattamenti può essere più efficace. È importante consultare un professionista della salute mentale per determinare il trattamento più adatto a una persona specifica.
Prenota qui la tua visita per il trattamento della depressione.