Le basi della psicoterapia cognitiva

La Psicoterapia cognitiva

Che cos’è la Psicoterapia cognitiva

Gli uomini sono agitati e turbati non dalle cose, ma delle opinioni che essi hanno delle cose.

Epitetto

Questa breve frase di Epitetto racchiude perfettamente, a mio avviso, quello che è il principio primario della psicoterapia cognitiva, cioè l’idea che se soffriamo, proviamo ansia, etc., non è per l’evento in sé che ci è accaduto, ma è per la valutazione che facciamo di quanto è accaduto in un dato frangente e del significato che quest’ultimo ha per noi o per la nostra storia di vita. La psicoterapia cognitiva è, ad oggi, considerata a livello internazionale uno dei modelli più efficaci ed affidabili per la comprensione ed il trattamento di molti disturbi psicopatologici come l’ansia patologica, la depressione, i disturbi del comportamento alimentare etc. Tale approccio ipotizza l’esistenza di relazioni strette tra emozioni, pensieri e comportamenti spiegando come i problemi emotivi siano il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo a causa dei meccanismi di mantenimento. La base di questa psicoterapia sottolinea come le distorsioni cognitive influenzino in gran parte la costruzione soggettiva della realtà, ciò implica anche al contempo che i processi cognitivi siano largamente influenzati dalle architetture cognitive delle credenze dell’individuo. In maniera collaborativa, pertanto, questa terapia si propone di aiutare i pazienti ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, al fine di poterli sostituire, spiegandone la funzione che hanno avuto nella propria storia di vita con l’aiuto del paziente.

Principi della Psicoterapia Cognitiva

Il primo lo avevamo detto all’inizio, ovvero

1. La terapia cognitivo comportamentale è scientificamente fondata

La psicoterapia cognitiva, secondo le più recenti metanalisi, si è dimostrata superiore o almeno uguale all’efficacia degli psicofarmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia, con una maggiore stabilità nel tempo nei risultati, e dunque, con un ottima validità sul lungo termine evitando le ricadute e la cronicizzazione dei disturbi.

2. La terapia cognitivo comportamentale è orientata allo scopo

Il terapeuta cognitivo lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi della terapia, in maniera collaborativa, formulando una diagnosi e concordando con il paziente stesso un piano di trattamento durante i primissimi incontri. Si preoccupa poi di verificare periodicamente i progressi in modo da controllare se gli scopi sono stati raggiunti.

3. La terapia cognitivo comportamentale è pratica e concreta

Lo scopo della terapia si basa sulla risoluzione dei problemi psicologici concreti. Alcune tipiche finalità includono la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione degli attacchi di panico, la riduzione dei rituali compulsivi o dei comportamenti alimentari patologici, la diminuzione dell’isolamento sociale.

4. La terapia cognitivo comportamentale è collaborativa

Paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare il soggetto alla risoluzione dei propri problemi. La CBT è basata sulla collaborazione tra paziente e terapeuta. Entrambi sono attivamente coinvolti nell’identificazione e nella messa in discussione delle specifiche modalità di pensiero.

Tecniche della psicoterapia cognitiva

  • ABC

La tecnica ABC consiste nell’aiutare il paziente a prendere coscienza di come si sviluppano i propri episodi acuti a livello emotivo. Esattamente come con una telecamera si cerca di vedere la scena da fuori, ed a partire da un evento nel qui ed ora, si esplorano i pensieri fatti, si collegano i pensieri alle emozioni e si mostra il collegamento tra i due. Non solo è uno schema teorico utile per spiegare “perché” un individuo si comporta in una determinata maniera, ma è anche una procedura tramite la quale si possono esplorare significati più profondi sottesi ai pensieri dei pazienti.

  • La disputa o disputing

Il disputing è l’intervento d’elezione per provare a mettere in discussione alcune credenze disfunzionali del paziente. Una volta che si inizia ad essere più consapevoli del legame tra emozioni di disagio ed i pensieri, il prossimo passo consiste nell’iniziare a distanziarci lentamente dalle credenze e dai pensieri più disfunzionali, discutendo il fondamento logico – esperienziale delle modalità disfunzionali apprese di gestione gli stati d’animo d’ansia, tristezza, timore e così via.

  • Gli esercizi comportamentali

Gli esercizi comportamentali, come ad esempio l’esposizione, sono i principali esperimenti comportamentali utili al fine di perturbare il sistema cognitivo del paziente, al fine di fargli sperimentare – dopo un lavoro svolto sul sistema cognitivo – esperienziale – le nuove modalità di gestione di alcune situazioni. Ogni esercizio comportamentale ha valore solo se discusso ed elaborato cognitivamente in seduta. Oltre all’esposizione, gli esercizi comportamentali possono essere molteplici, inclusi anche veri e propri esperimenti “in vivo” per disconfermare credenze e pensieri disfunzionali, oppure possono fare riferimento alle tecniche di rilassamento muscolare progressivo e simili tecniche.

  • Le tecniche metacognitive

Le tecniche metacognitive hanno la finalità di promuovere nei pazienti nuovi modi di reagire ai pensieri negativi attraverso nuovi modi di controllare e ri-orientare l’attenzione, modificando regole e credenze metacognitive controproducenti. Nello specifico si agisce tentando di modificare i processi di rimuginio e ruminazione, ovvero forme di pensiero ripetitivo negativo che vengono percepite come difficili da controllare e che alimentano stati d’animo negativi.

Per prenotare un appuntamento per una seduta di psicoterapia, clicca qui! 

Per maggiori informazioni sulla psicoterapia e sul mio metodo, clicca qui! 

 

Dott. Giuseppe Scuderi,

Psicologo a Trapani e Palermo.

1440 676 Giuseppe Scuderi
Start Typing