Terapia ricostruttiva interpersonale
Può capitare di rendersi conto di rifare sempre gli stessi errori; di ricascare in quella relazione che ci ha fatto tanto male o di ricrearne una con le medesime caratteristiche. Possiamo renderci conto di criticarci senza posa, possiamo sorprenderci a punirci in maniera aspra e severa per i nostri errori, oppure talvolta, possiamo riscoprirci a fare del male, urlare o piangere per il dolore o per la rabbia che proviamo.
Sappiamo che certe cose che facciamo, ci diciamo o il modo con cui le diciamo agli altri è sbagliato, ma è come se, di tutto questo, non potessimo farne a meno, come se fosse tutto automatico, come se non riuscissimo mai ad uscire da quella gabbia.

I sintomi non sono segnali di qualcosa che si è rotto, ma sono un tentativo estremo di adattamento.

L’idea di base della TRI è che le persone rispondano a interiorizzazioni di persone importanti nella loro vita più che a persone del loro mondo reale attuale; i nostri modi di fare più problematici o che ci causano più sofferenza sono molto spesso collegati ad apprendimenti errati che abbiamo fatto nella vita.
Ad esempio, se una bambina vive con un genitore molto critico e che esige da lei sempre di più senza nessuna cura, è molto probabile che questa bambina diventi molto critica verso sé stessa e scontenta di ogni suo comportamento o modo di fare. Questa paziente illustrativa, che critica e disapprova sé stessa morbosamente, si sta trattando come il genitore amato faceva con lei.
Ha imparato, pertanto, che quello è il modo giusto di trattarsi, e molto probabilmente, continuerà a farlo nella speranza di essere vista e riconosciuta da quel genitore.
Il metodo di lavoro
Noi rispondiamo a credenze e convinzioni su di noi profonde e a regole emotive che ci fanno sentire “al sicuro”
Fase 1: cosa è successo e perché soffri?
Cosa è andato storto e quali apprendimenti, ancora adesso, ti fanno soffrire.
Fase 2: come ti sei protetto ed adattato?
Che impatto ha avuto quello che hai passato nella tua storia di vita fino ad ora.
Fase 3: ipotizziamo nuovi modi di vivere
Siamo nella posizione di chi immagina come sarà vivere diversamente, di sperimentare il proprio sé di diritto.
Fase 4: costruire il proprio sé di diritto.
Si comincia a seguire il filo dei propri desideri, di ciò che rende felici.