Non riesco a fermare i miei pensieri – Ruminazione e Rimuginio

Quando sono in ansia non riesco più a fermare i miei pensieri, Dottore…è come se fossi dentro una centrifuga, mi sento assaltata, con tutti questi pensieri e queste immagini che continuano ad affacciarsi alla mente con gli scenari più catastrofici possibili

Quello che questa paziente sta descrivendo è uno stile di pensiero tipicamente ansioso. Il rimuginio e la ruminazione hanno molti tratti in comune ma non sono uguali e soprattutto, non sono la stessa cosa. Se è da un po’ che frequentate questo blog d’informazione forse sapete che le emozioni sono direttamente canalizzate dai processi di pensiero. Sono delle sentinelle che si attivano in risposta al contenuto dei nostri pensieri. Immaginate la mente come un grande palcoscenico, le emozioni sono le reazioni del pubblico a cosa stanno facendo i nostri personaggi (i nostri pensieri) sul palco. Entriamo un po’ più nel dettaglio dell’ansia. Il rimuginio è particolarmente orientato a tentare di prevedere pericoli futuri, la ruminazione, invece, a tentare di comprendere fino in fondo, le ragioni di un malessere. La ruminazione è come una lavatrice continua, che gira e rigira gli stessi pensieri nella speranza di fermarsi. Il rimuginio, invece, è come un ripetitore che costantemente ci dice che tutto andrà male.

Trattamento dell’ansia patologica: il rimuginio – Il caso di Carla

Carla è una giovane donna di 46 anni. Se pensa a suo figlio, che in questi giorni sta rientrando a scuola, non può fare a meno di immaginarlo piangere, disperarsi per la sua assenza. Lo immagina picchiato dai suoi compagni, con maestre che non lo difendono. Lo immagina a non mangiare a pranzo, o magari, a mangiare da solo in un angolo. Suo figlio, in realtà, è un bambino socievole che non vedeva l’ora di andare a scuola e conoscere i suoi nuovi compagnetti. Cosa sta succedendo a Carla? Lo chiedo perché Carla magari passerà tutta la giornata con questi pensieri, avrà molta ansia, non riuscirà a rilassarsi nelle pause pranzo o nei momenti di sosta dal lavoro. Carla sta rimuginando.

Trattamento dell’ansia patologica: il rimuginio

In termini scientifici il rimuginio è considerato uno stile di pensiero ripetitivo, analitico, strettamente legato all’ansia, procedurale (cioè privo di dettagli e seguito) in grado di creare un dialogo interno fatto focalizzazione visiva su scenari ansiogeni. Il rimuginio è costituito principalmente dalla ripetitività del pensiero e di conseguenza dalla sua intrusività e incontrollabilità. Viene definito un meccanismo di mantenimento proprio perché mantiene l’ansia, la aumenta in molti casi e la rinforza. Carla, quando rimugina, si sente poco capace di controllare gli eventi incerti (nel suo caso, Carla vive come una sua precisa responsabilità il fatto che suo figlio sia SEMPRE felice). Il rimuginio come strumento mentale rinforza l’ansia perché serve per tentare di anticipare e controllare il possibile verificarsi di un evento futuro temuto. Ovviamente suo figlio a scuola si sarà divertito, e Carla penserà che ciò è avvenuto per tutti gli avvisi e le raccomandazioni che in preda alla ruminazione avrà fatto a suo figlio. La verità, probabilmente, è che suo figlio si sarà divertito…nonostante le tre mila raccomandazioni ed avvisi che sua madre all’entrata gli avrà fatto.

Trattamento dell’ansia: conseguenze del rimuginare

In psicologia, diciamo, che il non verificarsi delle conseguenze temute determina il rinforzo di tale processo di pensiero. Alla lunga, chi rimugina si percepisce debole, fragile, insicuro, spaventato e costantemente soggiogato dalla pericolosità del futuro. Di conseguenza il rimuginio si cronicizza e diventa disfunzionale e maladattivo (Clark, & Beck, 2010). Le persone con DGA (disturbo generalizzato d’ansia) faticano tantissimo a tenere sotto controllo il rimuginio. Gli effetti possono essere molto difficili da sopportare: tensione cronaca, stato di diistress generalizzato, aumento delle palpitazioni, sudore alle mani, perdita dei capelli, difficoltà di concentrazione e memoria, irritabilità, cortisolo molto elevato, mal di stomaco o colon irritabile etc etc. Tutto il corpo sente e percepisce lo stato di tensione costante che l’individuo sta vivendo e tutto ciò ha un riverbero costante e continuo su di noi.

Ruminazione: quali differenze?

Molti di noi ricorderanno probabilmente la prima volta che è terminata una relazione importante. Questo avviene principalmente perché più abbiamo caricato a livello emotivo un ricordo, più quel ricordo è stato conservato vividamente nella nostra memoria. Tra i nostri principali meccanismi di elaborazione emotiva, esiste proprio la ruminazione, ovvero il pensare in maniera ricorsiva a cosa ha causato un malessere, quali sono le possibili cause, le possibili conseguenze (Wells & Matthews, 1996). Ricordate l’esempio della lavatrice, no? Beh, ecco la ruminazione è un pensiero circolare, che non ha alcun fine, ma che lo cerca attivamente. Il suo focus è lo stato emotivo interno e le sue conseguenze negative legato molto spesso anche al mantenimento della depressione, oltre che dell’ansia (Broderick, & Korteland, 2004). Rispetto al rimuginio in cui il pensiero ripete continuamente immagini catastrofiche, la ruminazione indaga cause, sensazioni e pensieri, in maniera costante, allo scopo di svelarne “il reale significato”, “le reali cause”, o magari anche “il colpevole del perché sto così”.

Ruminazione: conseguenze.

Le conseguenze facilmente immaginabili sono una dispercezione enorme del valore di sé, il locus of control (cioè la percezione di efficacia del soggetto) è del tutto spostata verso l’esterno. Dunque, non si sentirà più in grado di fronteggiare eventi con le sue sole forze, né sarà in grado a lungo andare di valutare eventuali alternative che potrebbero finire con l’attivare emozioni positive o soluzioni più adeguate agli scopi prefissati. Poc’anzi, facevo riferimento all’idea della ruminazione come meccanismo di mantenimento dell’ansia, ma anche della depressione.

Ruminazione: mantenimento della depressione.

Immaginate il pensiero:

Forse se sto così male, me lo merito proprio. Non sono bravo a fare niente.

a questo seguirà,

Ma intanto com’è possibile che non sia davvero in grado di fare nulla?

e da qui, la ruminazione depressiva

Forse è stato a causa di… di tutto quello che ho passato.

e poi ancora

Allora se me lo merito, che cosa ne sarà di me, ora?

da qui, in poi, il rimuginio ansioso

“probabilmente finirò solo, non amato, abbandonato”

Come vedete, alla fine, dunque, sono tutti strumenti mentali collegati tra di loro, molto strettamente. Ricerche recenti hanno suggerito che la ruminazione sia un fattore trans diagnostico che si estende agli altri disturbi dell’umore, ai disturbi d’ansia e ai disturbi trauma-correlati. Caratterizzato da una modalità di pensiero incontrollabile e ripetitivo (Birrer & Michael, 2011; McLaughlin & Nolen-Hoeksema, 2011; Olatunji, Naragon-Gainey, Wolitzky-Taylor, 2013).

Ruminazione utile ed inutile.

Uno degli obiettivi di una buona e sana psicoterapia sarebbe proprio quello di passare dall’idea di una ruminazione inutile, poco pratica e funzionale o pragmatica, ad uno stile di pensiero, invece, utile. In sé e per sé come meccanismo o strumento mentale, la ruminazione ci permette di comprenderci, di capire chi siamo, chi non vogliamo essere, cosa ci ha fatto reagire in una determinata maniera. Il pensiero in questo caso però, non è circolare, ma lineare. Chiederci il perchè, le cause, i motivi per cui si sta soffrendo in un dato momento è sano, ciò che è patologico è continuare a farlo in maniera circolare, ripetitiva, intrusiva. La “state-rumination” viene definita come quel tipo di ruminazione in cui i pensieri si focalizzano sullo stato emotivo del soggetto e sulle implicazioni emotive dell’errore.  La “action-rumination”, invece, implica pensieri più strettamente legati all’azione, all’errore in sé e per sé, incentrati sul compito e su come poter risolvere gli errori appena commessi in modo da migliorare per le occasioni future. Sarebbe, pertanto, auspicabile focalizzarci sulla seconda.

Scopri le linee guida per il trattamento dell’ansia, del rimuginio o della ruminazione qui.

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Dott. Giuseppe Scuderi - Trattamento dell'ansia patologica,
Psicologo a Trapani e psicologo a Palermo.

940 788 Giuseppe Scuderi
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